L’iter legislativo ha preso il via in queste ore, con l’intenzione di andare a modificare radicalmente la legge regionale del 2002.
Con la volontà di promuovere la riqualificazione degli edifici e sostenere il settore in difficoltà, il testo prevede che le trasformazioni del patrimonio edilizio
esistente siano qualificate tra le opere di interesse pubblico e dunque siano realizzabili con permesso di costruire in deroga agli strumenti edilizi (limitatamente ai casi espressamente
previsti dalla legge, e nei soli Comuni che ancora non abbiamo definito le misure urbanistiche di agevolazione della riqualificazione edilizia degli edifici).
Secondo il consigliere Daminao Zoffoli, presidente della Commissione territorio ambiente della Regione Emilia-Romagna, la nuova legge sarà “uno strumento utile a
tutte le aree del nostro territorio e alle amministrazioni comunali”.
La riforma dovrebbe prevedere tra l’altro il rafforzamento dello sportello unico per l’edilizia, una limitazione della competenza della Commissione per la qualità
architettonica, l’individuazione dei casi di attività edilizia libera e l’introduzione della comunicazione asseverata di un professionista per le opere interne degli edifici.
Snellire i percorsi burocratici e garantire le competenze potrebbe fare da miccia per un nuovo corso dell’edilizia. E chissà che una semplificazione del settore non
possa aiutare anche altre Regioni.