Entro la fine del 2020, ma già dalla fine del 2018 per quelli pubblici o a uso pubblico, ogni nuova costruzione in Europadovrà essere a “energia quasi zero”, e un processo di trasformazione molto simile dovrà comunque essere avviato anche per il patrimonio edilizio esistente.
I palazzi a energia quasi zero, secondo le direttive europee, sono edifici ad alte prestazioni, ma con una bassissimo fabbisogno energetico coperto in parte o completamente con le fonti rinnovabili. Per capire la portata della rivoluzione che è in atto, basti pensare che gli edifici sono responsabili di circa il 40% del totale dei consumi energetici in Europa.
“Oltre al beneficio economico dato dal risparmio sulle bollette per i proprietari degli immobili - ha detto Lorenzo Pagliano del Politecnico di Milano - investire in questa nuova edilizia porterà vantaggi per l'economia nazionale, sotto forma di minori importazioni d'energia e di un aumento dell'occupazione nel settore”.